AREA GRECANICA E BORGHI ABBANDONATI

(Bova superiore – Roghudi vecchio – Africo vecchio – Casalnuovo)

2 – 3 ottobre 2021

Escursione riservata ai soli soci AdM

 

Carissimi,

Nel weekend del 2-3 ottobre è prevista una bellissima escursione nell’area grecanica, organizzata dai nostri soci Giuseppe Frisini e Lorena Fabiano. Al fine di consentire agli organizzatori di effettuare le prenotazioni nelle strutture che ci ospiteranno, si prega di confermare la propria partecipazione entro il 6 settembre.

Si segnala che è stato aperto un canale Telegram dell’associazione, a cui ci si può iscrivere utilizzando il seguente link: Telegram: Join Group Chat

L’escursione s’intende riservata ai soli soci.

Vi aspettiamo.

Il Direttivo

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DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA

Il programma prevede un fine settimana da trascorrere assieme alla scoperta dell’affascinante Area grecanica e del selvaggio Aspromonte, facendo base a Bova superiore, caratteristico borgo inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia.

Il primo giorno, dopo l’arrivo dei partecipanti in tarda mattinata a Bova superiore, sarà dedicato alla scoperta di Roghudi vecchio, paese fantasma abbarbicato su un costone roccioso affacciato sulla fiumara dell’Amendolea, abbandonato a causa di pesanti alluvioni verificatesi nei primi anni settanta, ed entrato a far parte di quella moltitudine di “borghi fantasma” del Sud Italia.

Il tardo pomeriggio sarà invece dedicato alla scoperta dell’antico borgo di Bova superiore, assoluto gioiello etno-architettonico di arte bizantina, normanna e medioevale, e capitale culturale della Bovesìa, l’area grecanica in provincia di Reggio Calabria.

Il secondo giorno sarà interamente dedicato ad una bellissima, e lunga, escursione nel cuore dell’Aspromonte, alla scoperta prima di Africo Vecchio, per poi raggiungere, dopo aver percorso un lungo ed agevole sentiero, l’altro borgo di Casalnuovo (frazione di Africo), entrambi paesi fantasma abbandonati da decenni a seguito di alluvioni verificatesi negli anni cinquanta.

La partenza per il rientro è prevista per le ore 17 circa della domenica.

Considerato lo stato delle strade da percorrere il giorno di sabato lungo il tratto Bova superiore-Roghudi vecchio, ed il giorno di domenica lungo il tratto Bova superiore direzione di avvicinamento ad Africo vecchio, è consigliato l’utilizzo di autovetture non basse o comunque di autovetture in grado di percorrere per qualche chilometro, anche lentamente, strade tortuose caratterizzate dal cattivo stato del manto stradale.

Escursione riservata ai soli soci dell’Associazione, e fino ad un massimo di 20 partecipanti (incluso gli organizzatori).

Il costo per persona è pari ad € 50/€ 60, e comprende pernottamento e cena per il giorno di sabato e prima colazione per la mattina di domenica. Sarà a carico dei partecipanti il pranzo a sacco previsto per i giorni di sabato e di domenica.

Il pernottamento per il giorno di sabato è previsto in uno dei due Bed & Breakfast (i cui relativi siti web sono di seguito riportati), ubicati nel centro storico di Bova superiore, per un totale di circa venti posti letto disponibili, con sistemazione in camere doppie (ed un paio di camere triple), tutte dotate all’interno di bagno e doccia.

Bed & Breakfast Stin Platìa

https://www.stinplatia.com/

 

Bed & Breakfast Kalos

https://www.airbnb.it/rooms/43869012?source_impression_id=p3_1628878787_su%2BjEBiwbpgbzqsL&guests=1&adults=1

La cena di sabato è prevista nell’Agriturismo Kalos Jero, raggiungibile a piedi dal centro storico di Bova superiore.

Organizzatori del programma: Giuseppe Frisini e Lorena Fabiano

Accompagnatori di Escursione di sabato e domenica:

Giuseppe Frisini,

Lorena Fabiano

 

Prenotazioni: Giuseppe Frisini, da comunicare a mezzo telefono (cell. 347/3657382) oppure all’indirizzo email This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

Termine prenotazioni: entro lunedì 6 settembre.

Al fine di consentire agli Organizzatori di prenotare nei tempi richiesti i pochi alloggi disponibili a Bova superiore, è infatti necessario acquisire, con congruo anticipo, la disponibilità dei partecipanti interessati al programma proposto.

Le prenotazioni si intendono effettuate a seguito di pagamento dell’acconto, corrispondente ad € 30 per persona (il saldo sarà corrisposto in contanti agli Organizzatori al termine della cena di sabato), da effettuarsi sulle coordinate bancarie di seguito indicate, e da comunicare all’indirizzo email This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

Banca Unicredit

Codice Iban: IT57Z0200804404000004022943

Titolare: Giuseppe Frisini

Causale: Partecipazione escursione AdM 2-3 ottobre (acconto) - Nome e cognome dei partecipanti

 

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Sabato 2 ottobre 2021

(Bova superiore – Roghudi Vecchio)

Incontro dei partecipanti alle ore 12,00 nella piazza principale di Bova superiore (Piazza Roma), posta ad un’altitudine di circa 850 metri.

https://www.google.it/maps/dir/Bova,+89033+RC/37.9942164,15.9328877/@37.9941807,15.9329131,21z/data=!4m9!4m8!1m5!1m1!1s0x1314f1990a1138af:0x7ef58af6539bf592!2m2!1d15.9288912!2d37.9951517!1m0!3e0

Dopo una breve pausa, partenza del gruppo alla scoperta di Roghudi vecchio, piccolo paese fantasma di origine greche, raggiungibile in circa 45 minuti di auto lungo una strada molto panoramica che  - dopo aver attraversato prima il suggestivo passo della Zita a circa 1.000 metri di altitudine e successivamente i Campi di Bova posti ad un’altitudine di poco superiore - inizia a scendere lungo un tratto più tortuoso e meno comodo, anche per via delle condizioni del manto stradale da percorrere lentamente.

Poco prima di arrivare a destinazione, lungo la strada che un tempo valicava l’Aspromonte e percorsa nel 1915 da Norman Douglas lungo il viaggio da Delianuova a Bova, faremo una breve sosta per ammirare, in prossimità del tratto stradale, due caratteristiche formazioni geologiche che sembrano stare a guardia dell’intera vallata, ed a cui sono legate antichissime leggende: la Rocca del Drago e le Caldaie del latte.

La prima rappresenta un enorme monolite di epoca preistorica adagiato in perfetto equilibrio su un piedistallo di roccia, con incisi, su un fianco, due cerchi che alludono a grandi occhi; secondo la mitologia, sotto questa roccia viveva un drago che custodiva un tesoro inestimabile, donato solo a chi avesse sacrificato un neonato, un capretto ed un gatto nero.

Poco più giù le Caldaie del Latte, per le quali la tradizione popolare racconta che queste sette rocce sferiche, molto simili alla forma delle pentole in cui si bolliva il latte (“a cardara”), servissero come nutrimento del drago.

Si riprende quindi il tratto stradale in discesa, con splendidi punti panoramici sull’ampia fiumara dell’Amendolea, e dopo circa 15 minuti di auto si giunge a Roghudi vecchio (posto ad un’altitudine di circa 500 metri s.l.m.), dove le autovetture verranno comodamente parcheggiate in uno ampio piazzale.

Da qui inizieremo una piacevole passeggiata, una passeggiata quasi irreale ed in un silenzio assordante, nel cuore del borgo, autentico paese fantasma arroccato su uno sperone roccioso, assaporando la vera essenza di questo luogo magico, quasi malinconico, che, con in lontananza il rumore dello scorrere della fiumara, ancora respira e racconta la vita dei suoi abitanti. Un tuffo nel passato recente che ancora è possibile ammirare attraverso l’uscio di qualche abitazione, diroccata ed a strapiombo, abbandonata in fretta, dove le cose di tutti i giorni impolverate, ed ancora al proprio posto, ci caleranno in atmosfere d’altri tempi.

Il punto centrale del borgo è la sua chiesetta dedicata a San Nicola posta al centro del paese, dove un pergolato di vite ci accoglierà in un’atmosfera particolare e dove verrà consumata la breve pausa pranzo con colazione al sacco.

Dopo aver visitato la parte sommitale del borgo provvederemo a ridiscenderlo lentamente attraversando stretti vicoli e scalinate, fino a raggiungere la fiumara Amendolea per poi risalire poco più a monte zigzagando tra gli stretti sentieri che si inerpicano sul costone del promontorio. L’itinerario che attraversa il borgo disabitato fino a giungere sulla fiumara, per poi risalire al punto di partenza, risulta agevole, copre un lieve dislivello, e misura una lunghezza di circa due-tre chilometri da coprire in circa un’ora e mezzo di lento cammino, per cui i partecipanti potranno indossare un abbigliamento sportivo e non necessariamente di trekking.

Di seguito alcuni brevi cenni geografici e storici del paese.

L’antico borgo ellenofono di Roghudi, il cui nome deriva dal greco “rogòdes“, pieno di crepacci o da “rhekhodes“, aspro, è posto, ad un’altitudine di circa 500 metri, su un enorme dente di roccia di particolare fascino, posto al centro dell’immenso cuore della fiumara Amendolea, in un territorio alquanto accidentato e caratterizzato da una continua altalena di monti in grado di regalare panorami eccezionali, di boschi di alberi secolari, profonde gole, dirupi e limpidi torrenti dalla carica particolarmente suggestiva.

Nel 1971 Roghudi contava una popolazione residente di circa 1.600 persone, ma essendo stato edificato su uno sperone di roccia ed in una delle zone più piovose della Calabria, veniva spesse volte colpito da eventi alluvionali estremi, fino ad arrivare a quello del 1971, che in due giorni fece precipitare sulla zona l’equivalente della pioggia che normalmente cadeva in un anno. L’eccezionale evento rese il paese isolato per diverso tempo, provocò diversi morti e dispersi, e rese inagibili diverse abitazioni; nello stesso anno, il sindaco del paese firmò l’ordinanza con la quale imponeva lo sgombero di tutte le famiglie presenti e dell’intera popolazione che, negli anni successivi, venne delocalizzata nell’odierna Roghudi (Roghudi nuova), in un territorio posto a ridosso del mare, lungo la strada statale 106 ionica, nei pressi del comune di Melito Porto Salvo, ad una distanza dal borgo originario di diverse decine di chilometri, rappresentando ciò uno sradicamento traumatico dell’intera popolazione dai propri luoghi di montagna.

L’alluvione del 1971 cacciò via i pastori e i contadini grecanici che l’abitavano da secoli, facendo di Roghudi il simbolo della geografia di abbandoni che caratterizza oggi l’Aspromonte.

Alcuni irriducibili, per lo più anziani legati a doppio filo al loro territorio, ignorarono l’ordinanza del sindaco e continuarono a vivere con estremi disaggi nella loro borgata, ma dovettero cedere di nuovo alla forza della natura che si ripresentò in modo ancora più violento nel dicembre del 1973; da allora a Roghudi venne annoverato il triste titolo di città fantasma.

Una piccola curiosità del luogo: ai muri esterni delle abitazioni venivano fissati grossi chiodi a cui venivano legate delle corde, all’altro capo delle funi venivano legati i bambini per le caviglie. Questa che può sembrare una pratica barbara era invece resa necessaria per evitare che gli stessi cadessero dagli altissimi dirupi presenti in ogni dove e, si narra, venne adottata dopo la morte di alcuni bambini.

Alcuni giurano che recandosi in quei luoghi, di notte, si possono sentire ancora i loro lamenti salire dai dirupi verso il paese, ma questa è solo leggenda… forse.

Ripartiti dal borgo di Roghudi vecchio verso le ore 16, rientreremo a Bova superiore seguendo il tratto stradale percorso all’andata ed una volta arrivati provvederemo a prendere possesso degli alloggi per poi dedicare il pomeriggio, in massima libertà, alla visita del borgo, uno dei più importanti centri grecanici della regione, caratterizzato da un centro storico arroccato posto su un declivio, e ricco di viuzze, piccoli slarghi, palazzi signorili, portici e suggestive viste sulla costa. Si potranno ammirare la Cattedrale di Santa Maria dell'Isodia, una delle più antiche della Calabria, la Chiesa di S. Leo, ed il Castello Normanno, il quale, anche se danneggiato, si erge su una strategica posizione dalla quale è possibile ammirare l'intera zona circostante, la costa ionica, ed in lontananza anche l'Etna nelle giornate di cielo sereno.

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DOMENICA 3 ottobre 2021

(AFRICO VECCHIO - CASALNUOVO)

 

Note tecniche

Numero di partecipanti massimo: escursione riservata ai soli soci dell’Associazione, e fino ad un massimo di 20 partecipanti (incluso gli organizzatori)

Tipo di percorso: percorso in linea attraversocarrarecce, sentieri in bosco e sterrate

Quota di partenza: 980 m. di altitudine

Quota minima: 570 m. di altitudine

Quota massima: 980 m. di altitudine

Dislivello in salita: 1.000 metri

Lunghezza: 19 km

Tempo di percorrenza: 7-8 ore circa

Livello tecnico: E. Il percorso è impegnativo per la lunghezza prevista, anche se agevole e comunque adatto a chiunque sia sufficientemente allenato.

Fonti d’acqua: NESSUNA FONTE D’ACQUA


Ritrovo: 

Bova superiore, Piazza Roma, ore 8,30

https://www.google.it/maps/dir/Bova,+89033+RC/37.9942164,15.9328877/@37.9941807,15.9329131,21z/data=!4m9!4m8!1m5!1m1!1s0x1314f1990a1138af:0x7ef58af6539bf592!2m2!1d15.9288912!2d37.9951517!1m0!3e0

Accompagnatori di Escursione:

Giuseppe Frisini

Lorena Fabiano

 

Prenotazioni: Giuseppe Frisini (cell. 347/3657382)

 

Descrizione del percorso

L’escursione si sviluppa in un’area dell’Aspromonte tra le più belle e ricche sul piano ambientale e paesaggistico, e si snoda in uno scenario selvaggio di montagne, fitta vegetazione, dirupi e torrenti.

Dopo il ritrovo del gruppo nella piazza centrale di Bova superiore, si intraprende inizialmente la strada panoramica già percorsa il giorno precedente, e dopo circa 30 minuti di auto (15 km.), parte rilevante percorsa su strada asfaltata e per un breve tratto di circa 3 km. su strada sterrata da percorrere lentamente, si giunge a Villaggio Carrà, isolato e piccolo villaggio di qualche abitazione posto ad un’altitudine di circa 900 metri.

Posteggiate le auto, da qui ha inizio l’escursione a piedi su sentiero in linea ben tracciato che viene inizialmente percorso in lieve discesa su un’ampia carrareccia, fino a giungere, dopo circa 3,5 km., nell’affascinante borgo abbandonato di Africo vecchio, posto ad un’altitudine di circa 700 metri.

Africo vecchio è oggi un paese fantasma, circondato da querce e castagni, che è stato abbandonato dopo l’alluvione del 1951, ma che da sempre ha vissuto un atavico isolamento; delle case antiche fatte in pietra sono rimasti un insieme di ruderi che si fondono con la fitta vegetazione, eppure camminando nel borgo sembra di vedere i suoi abitanti.

Tra la chiesa e la scuola dedicata a Zanotti Bianco, patriota, ambientalista e politico che proprio di Africo aveva parlato nei suoi racconti, sembra ancora di vedere le massaie, i contadini a lavoro e di sentire le voci dei bambini tra le viuzze.

Il nome Africo deriva dal greco apricos o dal latino apricus, che significa arioso e soleggiato, proprio per la sua incantevole posizione, ma che paradossalmente però è stato abbandonato a causa di una terribile alluvione avvenuta nel mese di ottobre del 1951 (e poi un’altra nel 1953), che misero a dura prova sia Africo che la frazione vicina, Casalnuovo, avviando un’emigrazione verso il mare così come tanti altri piccoli paesi dell’entroterra calabrese che sono stati spazzati via dagli eventi naturali: gli abitanti dei due centri semidistrutti furono evacuati e dopo alloggi di fortuna e varie vicissitudini, molti furono trasferiti in un nuovo centro creato ad hoc, Africo nuovo, sul litorale jonico. Decisione che non mise d’accordo tutti; lo stesso Zanotti Bianco sosteneva che riportare gli abitanti in terre pressoché isolate, non poteva essere la base per il progresso. Le sue obiezioni, come quelle di tanti altri, rimasero inascoltate, ed oggi il silenzio di questo borgo rappresenta, in un certo senso, un’ennesima sconfitta per le popolazioni che sono state spossessate dei propri luoghi d’origine e delle proprie terre faticosamente coltivate nell’arco di molte generazioni.

In quella piazzetta antistante la Chiesa di San Salvatore, posta al centro del paese, un tempo però c’era la vita e un certo senso di accoglienza in quello che è stato definito come “il più isolato paese dell’Aspromonte, “il paese della perduta gente”, “il paese più disgraziato e più infelice d’Italia” dove neanche lo spirito meridionalista di Zanotti Bianco aveva potuto far nulla.

Dopo aver visitato il borgo di Africo vecchio, si riprende lo stretto sentiero in discesa, tra felci, querce e fitta vegetazione, fino a giungere, dopo poco più di 1 km., in prossimità di un torrente che scorre nel Vallone Casalnuovo, e che è possibile attraversare direttamente a piedi, o ancor di più attraversando un grazioso ponte tibetano agevolmente percorribile.

Inizia quindi il bellissimo sentiero, su ampia carrareccia in piacevole salita percorsa tra alberi di castagno, fino a giungere, dopo circa 5 km. di cammino, e dopo aver oltrepassato il piccolo cimitero posto lungo il tracciato, nell’altro paese abbandonato di Casalnuovo, frazione di Africo, posto sopra una rupe ad un’altitudine di circa 800 metri.

Dopo aver visitato il borgo abbandonato e consumata la pausa pranzo con colazione al sacco, si riprende il sentiero percorso all’andata, la cui unica difficoltà è rappresentata dalla salita, a tratti faticosa, che dal ponte tibetano porta all’abitato di Africo vecchio.

Da qui si continua lungo la carrareccia fino a giungere al punto di partenza dell’escursione presso il Villaggio Carrà.

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Situazione Covid-19, vedi regole aggiornate FIE.

  1. https://www.admcalabria.it/images/2020/LINEE%20GUIDA%20FIE.3%20-%20%20Partecipanti.pdf
  2. https://www.admcalabria.it/images/2020/LINEE%20GUIDA%20FIE.3.pdf

 

Vestizione: a strati. Pantaloni tecnici, maglietta interna in microfibra, maglietta esterna tecnica e sintetica, guscio antivento e possibilmente impermeabile, cappellino, crema solare, bastoncini da trekking, occhiali, mantellina antipioggia.

Scarpe: trekking impermeabili.

Attrezzatura: macchina fotografica, lampada frontale, binocolo ecc.

Zaino: escursionistico obbligatorio.

Pranzo: a sacco

Alimentazione: alimenti pronti al consumo rapido, barrette energetiche, frutta disidratata, frutta secca e a guscio, 2 litri di acqua, tavoletta di cioccolata fondente, fette di pane già pronte con affettati, formaggi ecc., pezzetti di formaggio.

Assenza di sorgenti lungo il percorso.

Equipaggiarsi del ricambio di maglietta interna da sostituire se sudata.

Trasferimento sul posto: mediante autovetture private, possibilmente organizzate in gruppi di massimo 3 persone (attenersi alle Disposizioni COVID).


L’escursione AdM è sempre una festa e la persona è al centro dell’attenzione nella cornice meravigliosa delle montagne calabresi.

 

Compilare e consegnare agli Organizzatori di Escursione la Manleva, di cui in allegato
https://www.admcalabria.it/images/2020/MODULO%20DI%20AUTODICHIARAZIONE%20COVID%2019.pdf

 

Si raccomanda di prendere atto delle liberatorie che devono essere firmate alla presenza degli Organizzatori di Escursione.

https://www.admcalabria.it/images/2021/liberatoria.pdf

Liberatoria in caso di partecipazione all’escursione di un minorenne.
https://www.admcalabria.it/images/2021/liberatoria_minore.pdf

 

Per associarsi è necessario provvedere alla compilazione del modulo (domanda_socio_AdM[1] (admcalabria.it)) che deve essere controfirmato da due già soci, aventi il ruolo di referenti e di presentanti del nuovo socio, e può essere inviato telematicamente alla mail dell’associazione o consegnato a mano agli Organizzatori dell’escursione.
Naturalmente, la richiesta di associazione deve essere accettata dal Consiglio Direttivo AdM.
 
E’ possibile provvedere al saldo di tale quota, brevi manu o anche tramite bonifico bancario ai seguenti riferimenti:

Conto Bancoposta IBAN IT32 Y076 0116 2000 0001 7599 879

Num. C/C: 17599879

Titolare: ASSOCIAZIONE AMICI DELLA MONTAGNA


Di seguito link utili all’escursionista:

Programma:  https://www.admcalabria.it/images/2021/calendarioEscursioni2021.pdf
Vademecum: https://www.admcalabria.it/images/vademecum.pdf


N.B. L’escursione potrà essere oggetto di annullamento o variazioni, sia per la durata che per la distanza da percorrere, per cause non imputabili ai direttori di escursione ma dovute ad eventuali avverse condizioni meteo.

 

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